IMPROVVISAZIONE E TERZO SETTORE
L’improvvisazione teatrale nasce con una vocazione sociale. Nel 1939 a Chicago, un’attrice e assistente sociale di nome Viola Spolin inizia ad insegnare giochi di improvvisazione a bambini e immigranti recenti agli Stati Uniti, grazie agli insegnamenti della sociologa Neva Boyd. Il suo libro del 1963, Esercizi ed improvvisazione per il teatro, getta le basi per quella che diventerà la “improv comedy” moderna. Ma l’apporto più grande di Spolin rimane l’idea che “tutti possono recitare, e tutti possono improvvisare”, e che l’improvvisazione fosse un potente mezzo per creare cambiamenti positivi nell’individuo, soprattutto la persona svantaggiata, e per fare da ponte fra lingue e ambienti culturali diversi.
Dal 2012, Teatro a Molla mette l’improvvisazione al servizio del terzo settore organizzando laboratori in collaborazione con cooperative sociali, mirate alla formazioni di operatori/trici e utenti. Qui il teatro diventa potente strumento di risoluzione problemi, di rottura di dinamiche statiche per trovare nuovi ruoli e risorse da mettere a frutto nella cura dell’altro e di sé.
Con la Cooperativa Sociale “Dai Crocicchi” abbiamo condotto vari progetti, fra cui “Il Teatro di Relazione”, laboratorio tenuto da Antonio Vulpio rivolto ad operatori sociali, con il sostegno di IRECOOP e Confcooperative. Nel 2020-2021 sempre assieme alla Cooperativa “Dai Crocicchi” condurremo il Progetto “Vite in Gioco”, laboratorio di improvvisazione rivolto alle scuole medie e superiori, mirato alla prevenzione delle ludopatie, con la collaborazione dell’Ufficio Scuole di Casalecchio di Reno (BO), il Servizio LInFA di Casalecchio di Reno (BO), dell’UDI (Unione Donne Italiane), dell’AUSL, di ASC InSieme, e con il sostegno della Regione Emilia Romagna.
Con l’impresa sociale “Strana Idea” abbiamo partecipato a “Teatro di Giornata”, un progetto che consiste nella creazione di eventi artisti e culturali che nascano dall’incontro tra un gruppo di artisti, un territorio di riferimento e la comunità che lo abita, coniugando l’attenzione al valore artistico dell’evento con quello sociale del processo di lavoro.
Presso la Cooperativa Sociale “Alveare” abbiamo condotto un percorso laboratoriale per operatori/trici sociali.
Per utenti della Cooperativa “CIM” conduciamo un laboratorio settimanale di improvvisazione, in cui il teatro incontra la disabilità, per creare uno spazio di relazione e di spontaneità e offrire modalità alternative di cura della persona.
Il teatro di improvvisazione rappresenta una risorsa per:
- operatori e operatrici sociali (educatori, psicologi, volontari, animatori di comunità e operatori del settore) impegnato nella relazione d’aiuto e nel lavoro d’equipe;
- persone ospiti dei percorsi di accoglienza (es. comunità, strutture di accoglienza, centri diurni…)
- allievi e allieve delle scuole medie e superiori e i loro insegnanti
Alcune delle criticità su cui lavora il teatro di improvvisazione:
- riconoscere e gestire le emozioni
- il lavoro in squadra
- la dinamica operatore-utente